Quando un esperto di statistica parla di fenomeni complessi, è facilissimo fraintendere il significato dei numeri. Può capitare anche quando parla di sesso, e di quanto spesso lo si fa.
Il brillante statistico di Cambridge David Spiegelhalter, tra i massimi esperti al mondo di comunicazione del rischio e dell’incertezza, ha raccontato di quando un tabloid britannico ha ripreso una frase che aveva detto parlando in un festival della scienza, fraintendendola completamente.
Lui aveva detto: “Sempre più persone fanno sesso in età adolescenziale, circa il 30% prima dei 16 anni”, e quella frase era diventata nel titolo del Daily Mail: “Il 30% di tutti gli incontri sessuali avviene prima dei 16 anni”.
Ovviamente la riformulazione è sbagliata, e grottescamente inverosimile: secondo i rapidi calcoli di Spiegelhalter significherebbe che appena raggiunta la pubertà ogni adolescente avrebbe una media di 8 incontri sessuali a settimana, 52 settimane all’anno. Quanto al perché di un simile errore, spiega che l’interpretazione dominante la attribuisce all’analfabetismo matematico: è la spiegazione basata sul cosiddetto ‘modello di deficit’ (deficit model, in inglese), che potrebbe essere controbilanciato da una migliore istruzione. “Però” aggiunge lo statistico, che ha anche pubblicato brillanti video su Youtube con il nome d’arte di Professor Risk “sono sicuro che la maggior parte di noi che commettiamo questo tipo di errori (e non escludo nessuno, compreso me) sono alfabetizzati”.
Anche chi lo attribuisce alla scarsa conoscenza della logica non lo convince fino in fondo: “forse è una via di mezzo: l’incapacità di usare insieme raziocinio e numeri, una sorta di paralisi che sopraggiunge quando si affrontano ragionamenti numerici e scavalca il normale buon senso“. E conclude: “Una conseguenza di questa incapacità di assumere un atteggiamento critico e sensato nei confronti dei numeri è che le opinioni sono spinte all’estremo: i numeri devono essere accettati, e persino trasformati in feticci come una sorta di verità divina, o respinti in toto come ‘solo statistica’”.
Fonte: David Spiegelhalter, Numbers and the common-sense bypass (in inglese)